Stoccate alla realtà date con leggerezza


― 3 Agosto 2022

Matteo Sacchi, Il Giornale

Pietro Citati è stato un critico che non ha mai preso scorciatoie per risultare simpatico. Non lo ha fatto per quanto riguarda la letteratura, sono proverbiali alcune sue stroncature a partire da quelle vergate per Il Giorno. Non lo ha fatto nemmeno in ambiti paralleli a quelli letterari. In una celebre intervista rilasciata nel 1984, dopo aver vinto lo Strega con Tolstoj, biografia romanzata dello scrittore, disse chiaro e tondo che detestava due padri della patria di quelli a cui ci si inchina sempre: il comunista Palmiro Togliatti, non ne sopportava il cinismo, e il democristiano Aldo Moro, per la sua tendenza al compromesso. Non proprio un viatico per essere innocuo come va di moda oggi. Spesso duri anche i suoi giudizi, seppur rari negli articoli, sugli italiani di cui deprecava l’immaturità. Capacissimo di usare il martello con la classe politica. Ad esempio parlando di insegnanti: «Non è più possibile continuare a pagare i professori delle medie e dei licei… con gli stipendi di oggi. Gli economisti mi risponderanno che i soldi non ci sono… Ma in Italia, quando bisogna sprecarli, i soldi ci sono sempre. Se risparmiassimo sulla rasatura delle guance dei senatori, i profumi e i dopobarba dei deputati, le tinture dei capelli ahimé biancastri delle senatrici…» E allora nel giorno del parce sepulto molti non porranno l’accento sui giudizi maligni che gli sono nel tempo piovuti contro: «Si sente più vicino al padreterno che agli uomini»; «Non dichiara ma sentenzia»; «Non ride mai». Gli diedero anche del superficiale perché scriveva tanto e di autori diversi, rispose che adorava la superficialità e la leggerezza (eppure, era un orologiaio della letteratura, Fellini dixit). Di certo da puntiglioso picconatore di luoghi comuni qual era rifiuterebbe ogni santino apocrifo, con seria leggerezza.


Una nuova edizione di “Oracoli caldaici” per la Fondazione Valla

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Elettra e il retrogusto amaro della vendetta

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